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San Marco Argentano
 

San Marco Argentano è una città che sorge al centro della Valle del Crati geograficamente posizionata in un punto strategico a circa 460metri dal livello del mare, a 40Km dalla Costa Ionica (Sibari) e 40Km dalla Costa Tirrenica (Paola).

 

Dista da 35Km dal nostro capoluogo di provincia, e 50km dall’aeroporto di Lamezia Terme. San Marco è attraversata dal fiume Fullone (affluente del fiume Esaro), San Marco si trova ai piedi dell’appenninica, oltre ad avere una vasta campagna con coltivazioni principali di vigne, ulivi e grano possiede anche un estensione di territorio montuoso.


San Marco come i paesi limitrofi ha una storia conosciuta che risale probabilmente all’età romana, non sappiamo se è identificabile con l’Argentanum da Tito Livio, ma sicuramente sappiamo dalla toponomastica che era una zona ricca di insediamenti tipo ville agrarie e con alcuni fortilizi vedi Motta e vedi Bucito, oltre questo aiuto toponomastico l’archeologia ha dimostrato che nella zona di Casello sono stati rinvenuti alcuni reperti di significativa importanza che farebbero pensare all’esistenza di una necropoli greco romana, nella zona di Cimino sono stati ritrovati alcuni Dolia (grandi contenitori per olio e vino) ora esposti nel museo di Sibari che farebbero supporre l’esistenza di una seconda villa produttiva.


La fortuna di San Marco si ha dall’XI secolo in poi, periodo in cui abbiamo la maggior parte dei dati esistenti sulla zona, infatti come ci ricorda il Malaterra, Roberto il Guiscardo firmavit castrum quod dicitur sancti marci, solo oggi grazie a recenti studi identificato con il sito della motta.


In base agli studi fatti Roberto il Guiscardo giunse a San Marco tra il 1050 e il 1053, prima della battaglia di Civitate sul Fortore (in Puglia), conquistò subito San Marco e ne fece la sua base operativa da qui portò avanti le scorrerie nella valle del Crati ad esempio su Bisignano quando rapì Pietro di Tiro.


Inizio la costruzione del castello inizialmente in materiale deperibile ad uso normanno (motte-and-bailey) dove insediò una guarnigione capitanata da suoi uomini fedeli.


Sempre nel territorio di San Marco diede inizio alla 1’ costruzione benedittna dell’Abbazia di Santa Maria della Matina.
Politicamente la grande rivale di San Marco era la grande città di Malvitò già diocesi, da Malvito partiva la Via Malvitana che attraversa San Marco ed arriva a Cosenza.


Dagli inizi del XII secolo San Marco grazie anche alla presenza dell’abbazia della Matina e alla complicità del signore locale che non sappiamo chi esso fosse inizia a scalzare il potere secolare della vicina malvito, iniziando con la costruzione di una chiesa episcopale (attuale cattedrale) sappiamo da recenti studi che San Marco aveva un sinodo episcopale (riunione di preti che hanno la complicità del vescovo di Malvito) che faceva le veci della vicina Malvito, dal punto di vista ecclesiastico inizia a diventare rilevante.


Nel contempo nella prima metà del XII, una volta pacificato il regno, la vecchia fortificazione normanna viene demolita e ricostruita in materiale lapideo. Tra il 1050 e il 1070 San Marco diventa sede vescovile a discapito di Malvito quindi San Marco diventa il centro della Via Malvitana iniziando a sviluppare una zona commerciale inizialmente dipendente dal “castello e dalla chiesa”.


Dalle analisi fatte, sotto Federico II di Svevia probabilmente il castello viene allargato, monumentalizzato e viene costruita una cinta muraria che cinge oltre la civitas anche l’attuale sede vescovile.


San Marco agli inizi del 200 conosce quello sviluppo economico e sociale che presto la porterà ad essere uno dei paesi più influenti della valle del crati, a testimonianza di ciò vi è la chiesa di San Giovanni degli Amalfitani di cui conosciamo la costruzione è avvenuta agli inizi del XIII secolo con l’accezione e dedicazione a San Giovanni.


Da qui inizia l’estensione territoriale verso sud nella parte alta del paese, né è conferma la costruzione del monastero di Sant’Antonio nella prima metà del 200 da parte di Pietro Catin, un confratello di San Francesco d’Assisi (a lui viene attrubuità la fondazione del proto convento di Castrovillari), in quegli anni il biografia di Sant’Antonio narra che il santo nel percorrere l’itinerario da Capo Milazzo fino ad assisi dove partecipa al capitalo delle stuoie 1221, passa da San Marco Argentano.


Con la morte di Federico II nel 1250, il regno subisce alcuni tumulti legati a rivolte baronali e dissidi interni, questi dissidi, continuano anche sotto il regno di Manfredi e dopo il 1266 con la morte dello stesso nella battaglia di Benevento, il regno passa, con la complicità del Papa, sotto le mani di Carlo D’Angiò. Questo, riprende in mano le costituzioni di Melfi e quindi la legislazione federiciana e appronta, comunque, alcune modifiche. Sotto il D’Angiò, anche la costruzione delle fortificazioni cambia. Da questo momento in poi l’architettura militare subisce, in tutto il regno, un mutamento.


Legato allo sviluppo del paese, è la costruzione, tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV secolo, è la Torre che si trova nella parte meridionale del paese. 
Probabilmente questa nasce come castello/ deposito legato ad un’ipotetica Gilda Mercantile che, grazie alla Curia Regia, ottenne, probabilmente a discapito del Castello Regio, la costruzione della Torre e della fortificazione che nasceva intorno. 


Notizia importante è che la torre medievale di San Marco nel 1420 circa venne assediato da Francesco Sforza duca di Milano in soccorso agli Angiò contro gli Aragona.

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